Dopo aver girato in lungo e in largo il Sud America per circa un anno, posso tranquillamente affermare che il posto meno disposto al turismo è proprio la Bolivia. Può sembrare un controsenso dal momento che il turismo costituisce l’entrata principale di tutto il Paese. Purtroppo questa è l’impressione che ho portato a casa. E’ proprio per questo motivo che all’interno del blog non può mancare un articolo che condensi quella che è stata la nostra esperienza da un punto di vista delle relazioni e della logistica.
Se sei finito qui vuol dire che probabilmente hai già preso la decisione di andarci. Ed è una scelta sicuramente vincente se quello che cerchi è scoprire lo spirito autentico dell’America Latina. Inoltre immagino che se stai accarezzando l’idea di andarci avrai già parlato con qualcuno o letto articoli su vari blog. In questo caso l’unica conclusione a cui si può arrivare è che sicuramente hai fatto tua è: “che figata, ci voglio andare!”. E fai bene.
Dopo due mesi trascorsi in Bolivia, mi sento però in dovere di mettere i puntini sulle “i”. Lo farò proprio parlando di quelli che sono gli aspetti meno “ameni” del Paese.
Una breve introduzione ai Boliviani
Si tratta della popolazione che ha mantenuto il “massimo grado di originalità” a livello culturale e genetico. Non so esattamente a cosa è dovuto ed ho sentito parlare di varie teorie a riguardo. Ad ogni modo quella che sembra essere la più plausibile è legata ad un fattore economico – ambientale.
Le zone urbane della Bolivia si trovano principalmente a quote superiori ai 3.000 metri. Durante il periodo coloniale, gli spagnoli hanno pertanto voluto (o dovuto), ridurre la loro presenza al minimo. Proprio per questa ragione la loro presenza era limitata a zone di sfruttamento minerale e logistico. Inoltre, a differenza ad esempio della Colombia, qui gli schiavi di origine africana non riuscivano a lavorare a pieno regime a causa del freddo e dell’altezza. Insomma erano un cattivo investimento. Gli schiavi di sempre dovevano essere insomma sostituiti da altri lavoratori. Ma qui per i colonizzatori salta fuori “l’intoppo”. La chiesa cattolica diceva che le popolazioni andine, a differenza di quelle africane, erano provviste di un’anima. Essendo pertanto creature care a Dio non erano riducibili in schiavitù. Come conseguenza i lavoratori, seppur sottopagati e sfruttati, potevano far ritorno alle loro comunità e mantenere le proprie abitudini.
Pare sia proprio questa la principale spiegazione del fatto che in Bolivia le culture andine, in particolare la Quechua e Aimara, siano tuttora prevalenti. Questo vuol dire che in Bolivia sono tutti amici? Assolutamente no.
La Bolivia è stato l’unico stato dell’america latina in cui siamo stati in cui abbiamo notato un forte clima di insofferenza. A personalissimo mio avviso questo è valido tanto per il turista straniero quanto tra le diverse comunità.
Anche a livello interno, tra boliviani, i livelli di razzismo sono piuttosto allarmanti. Per farla breve esistono vari gruppi etnici, discendenti da popolazioni pre-inca che conservano storie e tradizioni ed alcuni vengono discriminati. La situazione è talmente pesante che l’ultimo governo, quello di Evo Morales, si è visto costretto a emanare un vero e proprio corpo di leggi atte ad arginare il fenomeno. Purtroppo non è possibile documentarsi molto sul tema. Le fonti che si trovano su libri e internet difficilmente parlano con chiarezza della cosa e tendono sempre a dare la colpa agli spagnoli anche a distanza di 5 secoli.
Comprare tour ed escursioni in Bolivia
Innanzitutto lo straniero è visto come un portafoglio con le gambe. Fanno di tutto per rifilarti qualsiasi cosa ad un prezzo che per essere in Bolivia è esorbitante ma al tempo stesso se ne fregano altamente di quello che riceverai in cambio dei soldi che stai pagando. Tour annullati, post-posti, alloggi fatiscenti, docce senza acqua calda, niente riscaldamento e molto altro sono all’ordine del giorno. Se poi provi a lamentarti di qualcosa la risposta standard è “ma ci devi capire” oppure “so che è così ma non si può far niente”. Ovviamente sempre dopo aver pagato.
Ed è qui che arriva la prima raccomandazione per viaggiare in Bolivia. Proprio per questo motivo è opportuno muoversi per raccomandazioni. Dare sempre un’occhio a TripAdvisor e confrontare le informazioni che ricevi scambiando due chiacchiere con altri viaggiatori è primordiale. Soprattutto nelle zone più famose tipo il Salar di Uyuni.
Se non trovi nessuno che sappia darti dei consigli, ti raccomando di prenotare l’escursione al Salar de Uyuni con anticipo. Meglio se su internet tramite agenzia.
Sicurezza durante gli spostamenti
In Bolivia non esistono grandi problemi di guerrilla o di lotta armata. Ovviamente ci sono molti problemi di delinquenza ma in nessun momento mi sono sentito a rischio. L’esperienza mi ha insegnato che l’unico reale problema di sicurezza è collegato con gli spostamenti.
La rete di strade ed autostrade non è certamente delle migliori. Inoltre, il modo di guidare lascia molto a desiderare. Immagini come può essere andare in tre sul motorino senza la notte di San Silvestro in pieno centro? Ecco la sensazione è grosso modo la stessa però la puoi provare sui bus di linea a due piani. Guidano male e senza rispettare assolutamente niente.
Sulle principali guide di viaggio per la Bolivia si insinua che è sempre meglio controllare che l’autista non sia ubriaco. L’ho sempre fatto ma non ho mai notato niente. Chiacchierando con gente pare sia una problematica ormai superata.
Una forte raccomandazione che bisogna tenere a mente per viaggiare in Bolivia è quella di usare sempre le cinture. Questo vale sia per i lunghi spostamenti in bus che per le escursioni in Jeep. Se dovessi notare che lo stile di guida non è adeguato non esitare a rompere le scatole al conducente.
Per ultimo, per chi viaggia con Euro, è davvero economico spostarsi. Non usare mezzi locali per risparmiare pochi spicci. Quasi tutti i mezzi sono molto basici, la gente è rumorosa e sovraccarica ma soprattutto non hanno il riscaldamento. Di notte e in quota fa un freddo cane! I boliviani si portano dietro le copertone della nonna per viaggiare.
Attenzione ai bagagli
Non sempre le imprese di trasporto si prendono adeguatamente cura delle pertinenze del passeggero. L’ultimo consiglio per viaggiare in Bolivia senza troppi inconvenienti riguarda proprio i bagagli. Io e Inés viaggiavamo con zainoni da trekking da 80 litri. Molto funzionali per muoversi nelle città in Bolivia ma richiedono qualche attenzione in più durante gli spostamenti.
Non ci sono mai stati aperti ma spesso abbiamo trovato i vari compartimenti semi-aperti sicuramente a causa della scarsa cura durante l’immagazzinamento. La raccomandazione è di usare qualcosa tipo lucchetti, cavetti di acciaio con chiusura oppure apposite borse dentro cui mettere tutto lo zaino. Può essere un’opzione anche ricoprirli con la copertura impermiabile, ma le nostre sono finite semidistrutte da buchi e strappi vari.
Spero che questa infarinata generale sulla Bolivia e i suoi abitanti ti sia stata utile. E’ ora di conoscere quali sono i posti imperdibili da vedere in Bolivia.